Negli ultimi anni è ormai sempre più diffuso il termine biomasse, specialmente nel settore energetico ed industriale. E sta crescendo sempre di più l’attenzione mediatica verso il mondo delle biomasse solide, ancora quasi tutto da esplorare e, come diretta conseguenza, nasce nei cittadini (sia italiani che europei) una sorta di curiosità in merito.

energia da biomasse solide

Ma andiamo con ordine: che cosa sono le biomasse?

Come già spiegato in analisi sviluppate in precedenza, con il termine biomassa s’intende un insieme di organismi animali o vegetali presenti in una certa quantità in un dato ambiente, che sia terra o mare. Può essere modificata attraverso vari procedimenti per ricavare combustibili o, anche, direttamente energia elettrica e termica. Dal punto di vista ingegneristico e tecnologico le biomasse rappresentano una nuova fonte di energia rinnovabile: la bioenergia.

Secondo un reportage pubblicato nel 2014 dell’ International Energy Agency Key World Energy Statistic , le biomasse hanno coperto nel 2012 circa il 10% del fabbisogno di energia mondiale.

Da che punto di vista possono essere sfruttate le biomasse?

Attualmente ci sono molti pareri discordanti per quanto riguarda l’utilizzo delle biomasse per ricavare energia.

Infatti, sebbene queste possono essere disponibili in natura e, almeno dal punto di vista teorico e ideale, sono presenti in quantità pressoché infinita, è tuttavia, ad oggi, impossibile affermare che lo sfruttamento di tale risorsa è equiparabile ad un’energia green, ovvero verde, completamente pulita.

Questo poiché il suo utilizzo come fonte energetica per riscaldamenti genera inquinamento.

I principali composti inquinanti sono il PM2.5, il PM10, il monossido di carbonio, i furani e le diossine.

In più, se si vuole pensare al loro sfruttamento dal punto di vista economco, le biomasse (anche quelle considerate solide) rappresentano un enorme costo perché hanno bisogno di un terreno vastissimo per essere prodotte in quantità sufficienti per alimentare le centrali e, per di più, bruciando producono anidride carbonica ed è forse questo ciò che più limita il loro impiego.

Inoltre bisogna considerare che, per esempio, un impianto a biogas da 1 MW necessita di 22.000 tonnellate annue di insilato di mais e questo è circa il 60%del costo operativo.

Ribassare gli incentivi al -50% non vuol dire altro che, per la tipologia d’impianto appena descritta, la vendita della sola energia elettrica non può garantire un ritorno dell’investimento e, di conseguenza, viene meno il guadagno.

Cosa sono nello specifico le biomasse solide?

tipi di biomasse solide

Per far giungere la trattazione ad un maggiore livello di approfondimento, sia noto che le biomasse solide sono tra le tipologie più note e diffuse.

Tra esse è lecito annoverare:

  • La legna;
  • Il cippato;
  • Il pallet;
  • La sansa di oliva;
  • Vinacce;
  • I gusci;
  • I torsoli;
  • I noccioli;
  • Le bucce.

Mentre alcuni di questi elementi sono assai noti ed è facile pensare di poter ricavare energia da questi (il legno è da sempre usato per riscaldare; il cippato è un tipo di legna a basso costo costituito dagli scarti prodotti dalle segherie); altri –come i residui del cibo- possono apparire più inusuali.

Si hanno due modi per utilizzare biomassa solida ai fini energetici, solitamente applicabili agli impianti di cogenerazione: il metodo diretto e quello indiretto.

Per quanto riguarda gli impianti il cui funzionamento prevede il metodo diretto, esso sono costituiti principalmente da:

  • Combustore, in cui avviene il processo base di combustione;
  • Alberi, la cui funzione primaria è la conversione di energia chimica dei prodotti di combustione in energia meccanica;
  • Sistemi di recupero termici, per non dissipare e perdere troppo calore;
  • Alternatori, spesso collegati all’albero perché permettono la conversione a partire dall’energia meccanica in energia elettrica;
  • Impianti dei trattamenti dei fumi, che escono dalle caldaie, molto caldi e molto inquinanti (per quanto riguarda i fumi è anche opportuno seguire la legislatura in merito alla loro regolamentazione);
  • Scambiatori di calore, che permettono di traferire l’energia termica al fluido termovettore che è la chiave principale del ciclo termodinamico, di solito Rankine.

Le caldaie addette alla combustione possono essere costituite sia da una griglia fissa (di solito predilette per il minor costo ma presentano notevoli limitazioni di potenza se si tratta di biomasse umide) oppure da una griglia mobile (che, essendo inclinata di un angolo che varia a seconda delle esigenze tecniche, permette già un’iniziale decantazione delle polveri presenti nei fumi in caldaia).

Per quanto riguarda il metodo indiretto per l’utilizzo della biomassa solida, si possono annoverare i processi di pirolisi e di gassificazione. Questi due processi di trasformazione della biomassa sono molto più complicati di quelli sopra citati. Infatti, implicano un passaggio di stato: vi è la conversione da solido a liquido oppure da solido a gas.

Le biomasse solide possono avere applicazioni domestiche?

Per quanto riguarda le applicazioni domestiche, le biomasse solide possono essere utilizzate in svariati modi, a partire dalle semplici stufe o caldaie fino ad arrivare a sistemi più complessi ed articolati.

Per esempio, è possibile trovare alcune soluzioni tecnologiche per il riscaldamento di ambienti e produzione di acqua calda sanitaria alternative ai sistemi convenzionali (caldaie a gas o gasolio).