Da diversi anni ormai, la sensibilità nei confronti delle soluzioni ecologiche per il riscaldamento della casa è cresciuta a dismisura. Complice la maggiore attenzione all’ambiente e la voglia di risparmiare un po’ – la crisi ha spinto tutti a ripensare ai propri consumi – si parla sempre di più di soluzioni come le stufe a biomassa.

Se vuoi sapere qualcosa di più sulle loro caratteristiche, non ti resta che seguirci nelle prossime righe per scoprire qualcosa in merito.

Cosa sono le stufe a biomassa?

Quando si parla di stufe a biomassa, si inquadrano delle stufe a policombustile in grado di riscaldare l’acqua calda a base legnosa utilizzando biomasse di origine legnosa. In concreto, si tratta di stufe che funzionano con

  • Pellet
  • Cippato (macinato di legno)
  • Ceppi di legno
  • Noccioli di frutti come le pesche
  • Gusci di frutta a secca

Fondamentale è avere chiara la distinzione tra le stufe a biomassa e le caldaie a gassificazione, note anche come caldaie a fiamma inversa. Queste ultime, sono in grado di bruciare con un’efficienza elevatisima – praticamente totale – qualsiasi tipo di biomassa legnosa, sia essa secca od umida.

Vantaggi

stufe a pellet

Le stufe a biomassa, bruciando combustibili naturali, sono in grado di produrre una maggior quantità di energia a basso costo. In media, si tratta di un risparmio compreso tra il 20 e il 50% rispetto ai metodi di riscaldamento non ecologici. Come già detto, i vantaggi riguardano anche l’aspetto ambientale. Con una stufa del genere, infatti, si abbattono le emissioni di zolfo nell’atmosfera.

Il riferimento a combustibili come il pellet, permette inoltre di trovare una valida alternativa rispetto ai combustibili fossili, in primis il petrolio.

Le stufe a biomassa e gli altri impianti con le medesime caratteristiche, inoltre, non hanno limite dal punto di vista spaziale e possono raggiungere potenze anche molto alte. Completamente automatici, sono indicati non solo per il riscaldamento ecologico di case private, ma anche per riscaldare a basso impatto uffici e alberghi.

Tipi di combustibili

Quando si parla di stufe a biomassa, ribadiamo, è il caso di considerare diversi tipi di combustibili. Ecco i principali:

  • Legna a ciocchi: con questo termine, si chiama in causa la legna stagionata, avente quindi un’età compresa tra i 18 e i 24 mesi. La legna a ciocchi può essere anche legna essiccata, con un grado di umidità inferiore al 20%.
  • Cippato: in questo caso, abbiamo a che fare con scaglie di legno sminuzzato. Il cippato è caratterizzato da un alto potere calorifico e da una rapidissima combustione.
  • Pellet: combustibile ecologico tra i più celebri, è commercializzato sotto forma di “pastiglie” di legno, che è stato precedentemente macinato e pressato. Poco ingombrante, è contraddistinto da una forte resa calorica.
  • Scarti vari: per alimentare le stufe a biomassa possono essere utilizzati anche scarti di origine agricola e forestale. Giusto per fare qualche esempio, ricordiamo la possibilità di ricorrere agli scarti della filiera dell’olio (la cosiddetta sansa), ma anche i gusci di frutta secca e i residui della lavorazione dei cereali.

stufe a biomassa

Vantaggi fiscali

Ricorrere alle stufe a biomassa per riscaldare casa significa andare oltre ai vantaggi ricordati in questi paragrafi. Questa soluzione ecologica è infatti anche amica del portafoglio e permette di risparmiare dal punto di vista fiscale.

Grazie all’ecobonus, infatti, è possibile detrarre il 50% delle spese sostenute fino al 31 dicembre 2018, considerando un limite di 30.000 euro a singola unità immobiliare. Per godere di queste detrazioni è fondamentale che l’edificio sia già esistente alla presentazione della richiesta di agevolazione, ma anche che l’intervento sia finalizzato a sostituire totalmente o parzialmente il vecchio generatore termico.

L’ENEA richiede inoltre la presentazione di specifici documenti, come per esempio l’asseverazione redatta da un tecnico in possesso di abilitazione, le fatture relative alle spese sostenute e la contabile del bonifico parlante.