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Siamo sempre più abituati a vivere tra alti palazzi e lunghe strade asfaltate, in città dove le aree verdi sono spesso ridotte al minimo, ma l’uomo è nato e si è formato in mezzo alla natura, scoprendo ciò che oggi conosce e procurandosi da vivere con l’agricoltura e l’allevamento.
Ovviamente, oggigiorno è difficile capire l’importanza della natura o delle attività ad essa connesse: frutta e verdura si trovano comodamente in qualsiasi supermercato e anche i prodotti che richiederebbero una bella scampagnata per la loro ricerca, come frutti di bosco, funghi o tartufi, sono ormai facilmente reperibili.
Sembra quasi inutile addentrarsi in un sentiero di montagna o fare semplicemente una passeggiata in un parco pubblico. Ma non è così.
Spesso ci dimentichiamo di tutti quei vantaggi che una bella camminata riesce ad apportare alla nostra salute, e se la camminata non è soltanto quella tra casa e lavoro (pratica comunque migliore rispetto all’utilizzo dell’automobile) bensì una passeggiata in un bosco, in montagna o in riva al mare, allora i benefici che si ottengono sono di gran lunga maggiori.
Proviamo a vederne qualcuno.
Camminare: una cura contro diabete e obesità
Diabete e obesità sono malattie sempre più comuni al giorno d’oggi: un’alimentazione poco sana, la scarsa attività fisica e lo stress sono le principali cause di questi due disturbi.
Uno studio giapponese ha dimostrato che una passeggiata nel bosco fa scendere il livello di glicemia nel sangue.
Camminare spesso viene considerata un’attività troppo blanda per produrre effetti sul peso e, invece, fare regolarmente questo tipo di attività fisica contribuisce alla tonicità dei muscoli e alla perdita di massa grassa: una camminata di 30 minuti a passo sostenuto fa bruciare circa 200 calorie e farlo per 20 minuti tutti i giorni può far bruciare circa 3 chili di grasso all’anno.
La natura cardiologa
Molte indagini scientifiche hanno valutato i benefici per il nostro cuore derivanti dallo stare in natura. In uno di questi studi sono state misurate la pressione arteriosa e la frequenza cardiaca a due gruppi di persone: un gruppo aveva effettuato una passeggiata nel bosco, mentre un altro aveva semplicemente passato del tempo seduto su un prato.
In tutti partecipanti sono stati registrati un calo della pressione e una diminuzione della frequenza: risultati che riducono notevolmente i rischi di malattie cardiache e vascolari, come infarto e ictus.
Una passeggiata in natura come una mela al giorno: ciao ciao medico
Stare nella natura rafforza il sistema immunitario e, quindi, ci permette di difenderci da tutte le malattie che attaccano il nostro corpo quando abbiamo le difese immunitarie troppo basse.
Tale effetto benefico è dovuto alla seduta gratuita di aromaterapia che possiamo effettuare passeggiando in un bosco: i profumi e gli odori della natura che arrivano ai nostri sensi ci calmano e rafforzano il nostro sistema immunitario.
Inoltre, lo stare in mezzo alla natura solitamente implica anche una notevole esposizione solare, la quale spinge il nostro corpo a produrre vitamina D (sintetizzata a livello della pelle) che ci aiuta a combattere le infiammazioni e, in generale, a rafforzare il sistema immunitario.
Il potere terapeutico della natura
I primi studi sul potere terapeutico degli alberi e della natura in generale apparvero sulla rivista Science già nel 1984. La sola possibilità di vedere un giardino, degli alberi o semplicemente un vaso di fiori da una stanza di ospedale accelerava la guarigione dei pazienti che avevano subito un intervento chirurgico: questa fu una delle prime prove dell’effetto biofilia.
Per chi è ricoverato in ospedale o in una casa di cura, camminare in un giardino o coltivare un orto consente di godere del potere terapeutico della natura che si concretizza in una risposta ormonale da parte del nostro organismo: la luce del sole fa rilasciare serotonina, anche detto ormone della felicità perché attenua il dolore e l’ansia, facilitando il rilassamento e la serenità, e camminare nella natura inibisce il rilascio di cortisolo, l’ormone che provoca stress e ansia.
Alla ricerca della tranquillità perduta tra stress cronico e rumination
In particolare, il livello di stress che normalmente ci accompagna nello stile di vita moderno è talmente elevato da diventare un disturbo cronico: allo stress cronico si aggiungono, poi, altri problemi come i disturbi del sonno e dell’alimentazione, l’ansia e, nei casi più gravi, la depressione.
Anche in questo caso la natura ci può aiutare col suo potere terapeutico. La teoria affettiva ed estetica (Aesthetic-Affective Theory) dimostra come le sensazioni e gli affetti che proviamo hanno potere sul nostro subconscio: è per questo che gli stimoli tranquillizzanti della natura (l’acqua che scorre, il sibilo del vento, il fruscio delle foglie, il canto degli uccelli) mettono in pausa il nostro cervello portandoci in uno stato di tranquillità e relax.
Al contrario, in città, i numerosi rumori e i continui pericoli costringono il nostro cervello a stare costantemente in modalità fuga e, a lungo andare, tutto ciò provoca inevitabilmente stress eccessivo e cronico.
Essere altrove o being-away è ormai riconosciuta come un’eccellente terapia per curare diverse patologie, tra cui la cosiddetta “rumination“, ossia il rimuginare continuamente pensieri negativi e nefasti, figli dello stress, dell’ansia e della depressione: essere altrove significa uscire dalla quotidianità, dalla consueta routine giornaliera, dal traffico della città, dall’essere sempre online e disponibili, nonché sotto pressione, per trovare la propria calma e curare il corpo e la mente.
Quale luogo migliore per “essere altrove” e ritrovare se stessi se non in un silenzioso bosco o su qualche tranquillo sentiero di montagna.
Dormire o non dormire, questo è il problema
Altro importante aspetto che la natura può aiutarci a controllare è il ritmo circadiano veglia-sonno. Infatti, il forte inquinamento, luminoso e acustico, e il costante traffico delle città incidono negativamente sulle nostre abitudini, facendoci perdere il giusto ritmo tra veglia e sonno. Il nostro corpo è abituato a regolarsi “ascoltando” i cicli della natura (è sufficiente pensare all’alternanza notte-giorno) che in città e, soprattutto, per motivi lavorativi, si perdono totalmente.
Ecco perché allontanarsi almeno per un giorno dall’urbanizzazione e passare del tempo in un ambiente naturale incontaminato può aiutarci a regolare le funzioni ormonali e il nostro orologio biologico.
Benefici senza età
Per i più anziani, vari studi americani hanno dimostrato che camminare regolarmente rallenta l’invecchiamento delle cellule cerebrali, aiuta l’area del cervello deputata alla pianificazione e alla memoria e, addirittura, potrebbe far aumentare il volume dell’ippocampo.
Ovviamente, tale attività garantisce anche una riduzione dei problemi legati alla mobilità e alle disabilità fisiche in genere. Per i più piccini, invece, le attività di giochi nella natura riducono in modo significativo i sintomi della “Sindrome da Deficit di Attenzione/Iperattività” (ADHD), migliorando le capacità di concentrazione e riducendo l’impulsività.
La natura è creatività
Infine, lo studio “Creativity in the Wild” ha provato che la natura riesce ad influenzare la creatività e il problem solving, con incrementi cognitivi addirittura del 50%.
Una delle principali cause di questa capacità mentale amplificata risiederebbe nella maggiore concentrazione che si riesce a trovare in un bosco, in montagna o in qualsiasi ambiente incontaminato rispetto alla quotidianità, dove smartphone, TV, radio, negozi e caos urbano in generale ci distraggono continuamente.
Insomma, il proverbio “mens sana in corpore sano“, che gli Antichi Romani ci hanno tramandato, è senza dubbio veritiero e grazie a Madre Natura non è neanche così difficile ottenere importanti risultati per la nostra salute, non solo fisica, ma anche mentale.