In un mondo dove i rifiuti sono sempre di più e si cerca una strada verso il green, MyRechemical ha ideato un metodo innovativo per produrre idrogeno nonché etanolo proprio da tutti i rifiuti. Ma come è possibile? Vediamolo insieme.

Che cosa sono i rifiuti plastici?

Prima di conoscere la nuova strategia innovativa che fa parte del mondo Green è bene sapere cosa siano i rifiuti plastici. La nostra è una Terra dove le materie plastiche sono sempre di più e di conseguenza crescono i rifiuti di pari passo a livello mondiale.

Nonostante il monito sia che la plastica non debba mai finire nell’ambiente, i numeri parlano chiaro. Secondo una stima, solo in Svizzera si consuma 1 milione di tonnellate in materie plastiche di cui una buona parte sono prodotti durevoli mentre una percentuale che arriva all’80% si trasforma in rifiuti che vengono inceneriti o smaltiti a fine energetico. Ci sono anche circa 80,000 tonnellate che arrivano al riciclo. C’è da dire anche che la Svizzera è molto avanti sul piano ecologico, infatti nella maggior parte dei casi i rifiuti vengono valorizzati sotto il punto di vita ecocompatibile.

Nonostante i tanti valori negativi, i materiali plastici sono tra quelli più versatili proprio perché utilizzati per realizzare prodotti di ogni genere e campo che siano di lunga oppure di breve durata. L’UFAM promuove da tempo l’economia circolare atta alla chiusura dei cicli del materiali e cercando di affrontare il tema del riciclo in maniera netta. Allerta anche allo spreco, perché in fin dei conti ciò che non inquina è quello che non viene prodotto.

Le materie plastiche derivano nella maggior parte dei casi dalle materie prima che sono fossili ovvero gas naturale, carbone e petrolio. Poi ci sono i materiali a base biologica che vengono prodotte dal mais, patate e frumento.

MyRechemical che cos’è?

Focus su questa società che ha dedicato la sua mission alla valorizzazione chimica di tutte le plastiche che ad oggi non sono riciclabili con processi Waste to Chemical.

Questa impresa è sotto il controllo della NextChem a sua volta capeggiata da Maire Tecnimont. Guido Rispoli si occuperà di mandare avanti società e progetto, già responsabile di Waste to Chemical in NextChem ed ha una esperienza pluriennale sul campo e nelle tecnologie che trattano transizione energetica.

Arrivando all’obiettivo primario di MyRechemical si parla di offrire a tutti gli utenti in ambito industriale una piattaforma integrata e completa sotto ogni punto di vista, adita al recupero di tutti i rifiuti di origine plastica. Ma come è possibile? Secondo la spiegazione il tutto avviene con una conversione chimica di idrogeno e carbonio che sono contenuti all’interno dei rifiuti per poi passare alla loro purificazione. È un processo particolare dove viene ottenuto un gas di sintesi che presenta un contenuto molto basso di anidride carbonica e che viene convertito, tramite una serie di passaggi, ad idrogeno, etanolo, metanolo e tutti i loro derivati.

Non è una soluzione immediata e non è facile da attuare ma nel mondo moderno e grazie all’esperienza dei professionisti di settore, i rifiuti plastici potranno subire una trasformazione che guarda al futuro senza dimenticare di migliorare di anno in anno.

L’amministratore delegato di NextChem ha evidenziato:

“Oggi tramite MyRechemical NextChem è in grado di proporre una piattaforma concreta e immediatamente cantierabile per la riconversione di siti industriali tradizionali mediante la chimica verde”

Questo il suo commento soddisfatto in una nota stampa che spiega la mission e l’obiettivo finale dell’azienda. Per Folgiero tutta la disponibilità presente di rifiuti urbani e plastici che non sono riciclabili adesso diventano un nuovo petrolio che possono essere valorizzati con l’ingegneria nella chimica dei rifiuti.

Un processo innovativo che non è pensato solo per riconversione in tutto il mondo, ma anche per promuovere la crescita delle energie rinnovabili così da contenere inquinamento e aumento delle temperature della Terra.