La neutralità climatica dovrà essere raggiunta entro il termine limite del 2050. Ma è possibile che questo accada? I Paesi sono pronti?

Che cos’è la neutralità climatica?

In campo ecologico si stanno attuando tutte le misure necessarie al fine di lavorare direttamente sul futuro e di quelle che sono le emissioni. Per questo motivo si parla di neutralità climatica o carbonica dove si chiede di raggiungere un equilibrio tra assorbimento del carbonio e emissioni di anidride carbonica.

neutralità climatica

Sempre in tema si parla di pozzo di assorbimento, ovvero un sistema regolato per assorbire quelle che sono le quantità di carbonio maggiori di quelle che vengono emesse. Dove si trovano? Di norma all’interno delle foreste, oceani e suolo.

Secondo alcuni studi e stime che sono state effettuate questi pozzi naturali hanno il potere di rimuovere sino agli 11 Gt di anidride carbonica in un anno. Tornando indietro al 2019 si sono registrate delle emissioni che hanno superato di tre volte tutta la capacità di assorbimento totale di tutti i pozzi naturali preposti.

È bene mettere in evidenzia il fatto che ad oggi nessun pozzo di assorbimento – artificiale – sia in grado di rimuovere il carbonio che si è diffuso in atmosfera e andare ad aiutare la lotta contro il riscaldamento globale. Per tutti questi motivi entra in scena la neutralità climatica.

La missione entro il 2050: è possibile?

Entra quindi in scena la missione che ha come data di obiettivo principale il 2050, come da strategia che è stata attuata dalla Commissione Europea. Questo obiettivo ha in previsione di aumentare la capacità eolica entro metà secolo, per andare a riportare l’Europa ad una neutralità climatica. Come accennato si tratta di arrivare ad un equilibrio tra assorbimento del carbonio e diminuzione delle emissioni nell’atmosfera.

Per fare tutto questo la strategia è atta per arrivare ad un obiettivo entro la data prefissata. Come evidenziano alcuni media, alcune settimane prima della pubblicazione delle associazioni – Legambiente, Greenpeace, Kyoto Club e Anev) hanno sottoscritto il manifesto.

Per capire meglio, l’ingegnere ambientale nonché presidente nazionale di Legambiente – Stefano Ciafani – ha spiegato perché investire in turbine eoliche ad oggi sia fondamentale:

“Vogliamo chiudere le centrali a carbone in Italia entro il 2025 e chiediamo anche di non sostituirle con centrali a gas. Quindi, con coerenza, dobbiamo dire sì alle alternative, perché l’energia elettrica in qualche modo si deve produrre. L’eolico, insieme al fotovoltaico, è la fonte rinnovabile più promettente”.

Il Presidente mette quindi nero su bianco il fatto che sarebbe necessario, per arrivare agli obiettivi, rinnovare l’impianto eolico che è già in essere con la costruzione di nuove strutture in mare e in terra.

Le nuove tecnologie che vengono sviluppate hanno già fatto emergere non poche critiche, nonostante questo ci sono delle proposte galleggianti che ancorano le pale ai fondali e sono totalmente differenti da quelli a fondazione fissa. Per questo motivo la Commissione Europea ha in previsione di acquisire ben 40 GW da tecnologie emergenti come sopra descritte.

Il Presidente Ciafani mette in evidenza che questa nuova strategia messa a punta dalla Unione Europea sia un documento di estrema importanza:

Perché oltre a ribadire il valore strategico dell’eolico, sia a terra sia in mare, racconta che la rivoluzione energetica sarà trascinata proprio da questo tipo di fonte”

Gli investimenti che saranno necessari per mettere in atto questa azione sono previsti per una somma di circa 800 miliardi di euro per i prossimi 30 anni con prospettive che sono condivise anche da Legambiente.

Tutta questa soluzione porta dunque ad un unico solo obiettivo, ovvero quello di ripulire l’ambiente dalle emissioni di anidride carbonica e avviare la Terra verso la stabilità ambientale. Sarà possibile? E si riuscirà a raggiungere questo ambizioso traguardo?