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Il Nuovo Corso Verde dell’Unione Europea ha bisogno della digitalizzazione come fattore “abilitante” per la decarbonizzazione, in tutti i settori dell’economia, compresi i trasporti e l’energia. Ad affermarlo, in tempi recenti, è stata la Commissione Europea.
La digitalizzazione, come pure il piano di decarbonizzazione, fa parte di un ampio ventaglio di proposte politiche volte a rendere l’Europa più adatta all’era digitale.
Anche se il piano è ancora soggetto a modifiche, lo stesso fornisce una chiara indicazione delle intenzioni della Commissione:
“Le soluzioni digitali ci aiuteranno a diventare neutrali dal punto di vista climatico entro il 2050.”
Tecnologie digitali: come possono aiutare l’Unione Europea nel suo impegno a favore dell’ambiente
Le tecnologie digitali possono supportare molte delle politiche ambientali che, nel corso degli anni, sono entrate a far parte della nostra vita, come lo smistamento dei rifiuti e il riciclaggio.
Anzi, se ben applicate, potrebbero persino aiutare l’Europa a ridurre ancora di più le emissioni di CO2.
Uno dei modi in cui la tecnologia può contribuire maggiormente alla decarbonizzazione è “attraverso il potere dei dati”, ha dichiarato la Commissione in una sezione dedicata alla sostenibilità e presente sul suo sito Internet ufficiale.
Le potenziali aree di applicazione sono molteplici e comprendono soluzioni di trasporto digitale, sistemi energetici decentralizzati e comunità intelligenti, e neutrali, dal punto di vista climatico:
“Per esempio, monitorando quando e dove l’elettricità è maggiormente necessaria, possiamo aumentare l’efficienza energetica e bruciare meno petrolio e carbone. L’efficienza dei materiali può anche essere aumentata. Con i dati raccolti dai dispositivi collegati tramite l’Internet of Things, i processi nell’edilizia e nell’industria possono essere semplificati per utilizzare meno risorse.”
Allo stesso modo, i prodotti possono essere digitalizzati e trasformati in servizi utili per diminuire la produzione eccessiva di rifiuti:
“Per esempio, anziché vendere lampadine, un’azienda potrebbe vendere un abbonamento che garantisca l’accensione di un edificio.”
Settore dei trasporti: come cambierà con la digitalizzazione
Per quanto riguarda il settore dei trasporti, il documento propone di istituire dei corridoi 5G per la mobilità connessa e automatizzata, da implementare tra il 2021 e il 2027, nonché un supporto pilota per i corridoi ferroviari 5G tra il 2021 e il 2023.
Un atto relativo alla guida autonoma e alla mobilità connessa favorirà lo spiegamento sicuro di veicoli autonomi in Europa, anche se i tempi non sono stati ancora confermati.
La Commissione resta anche “impegnata” nei piani relativi alle automobili connesse, e questo nonostante il blocco del Consiglio Europeo.
Rifiuti elettronici: un altro nodo da sciogliere
I rifiuti elettronici sono un’altra fonte di preoccupazione. Con 12 milioni di tonnellate all’anno, i rifiuti elettronici “sono la forma di rifiuti in più rapida crescita in Europa”, secondo la Commissione.
Nello stesso però i rifiuti elettronici sono anche un’opportunità, perché contengono quantità significative di risorse di scarso valore e di metalli preziosi, che potrebbero quindi essere riciclati:
“Ricicliamo solo il 35% circa dell’elettronica e si perde molto valore quando un dispositivo non può essere riparato, quando una batteria non può essere sostituita o quando un software non è più supportato.”
Una possibile soluzione messa sul piano per ridurre i rifiuti elettronici è quella di proporre un “diritto alla riparazione” per tutti i consumatori europei.
La modellistica della Terra: una risposta per la crisi che stiamo vivendo?
Un altro promettente campo di applicazione è la modellistica della Terra a supporto della risposta alle crisi.
Con i dati dei sensori e dei satelliti, l’Europa potrebbe migliorare radicalmente le strategie di mitigazione e di adattamento dei cambiamenti climatici, nonché le capacità di gestione delle crisi.
Inondazioni, siccità, ondate di calore e altri estremi legati al clima hanno causato perdite economiche di 453 miliardi di euro tra il 1980 e il 2017 secondo l’Agenzia Europea dell’Ambiente.
Munich Re, il gruppo di riassicurazione tedesco, ha stimato che il 2017 è stato globalmente il secondo anno più costoso che sia mai stato registrato, questo per quanto riguarda le catastrofi naturali, dopo il 2011.
Le perdite sono state provocate soprattutto dalle catastrofi meteorologiche, che hanno battuto i precedenti record.
La Commissione Europea, per questo motivo, si sta preparando a lanciare una “hub di dati sui rischi” nei prossimi mesi, che contribuirà a mappare le perdite e i danni causati dalle catastrofi naturali come inondazioni, siccità, tempeste e altri eventi meteorologici estremi, che stanno diventando sempre più frequenti con i cambiamenti climatici.
Per migliorare la risposta e la preparazione alle catastrofi, la Commissione ha proposto di lanciare un’iniziativa, Mission Earth, con lo scopo di riunire le migliori competenze scientifiche e industriali al fine di migliorare la modellistica terrestre.
L’obiettivo della missione sarà quello di sviluppare un “modello digitale della Terra ad alta precisione” o un “gemello digitale della Terra” che “migliorerebbe radicalmente la capacità di previsione ambientale e di gestione delle crisi in Europa.”
Uno degli scopi generali della strategia è quello di sostenere lo sviluppo delle industrie di produzione propria.
Oggi l’Europa consuma principalmente tecnologie prodotte altrove, quindi deve sviluppare, e utilizzare, la tecnologia in Europa e secondo i bisogni, e i principi, dei cittadini europei.