Negli ultimi anni, sono diventati sempre più stringenti le norme che regolano le emissioni delle auto. Questo ha portato ad aprire un dibattito sul diesel, soluzione che porta vantaggi agli automobilisti ma che non fa lo stesso con l’ambiente, motivo per cui il punto di vista del legislatore si è fortemente inasprito. Ciò ha portato alla decisione di dire addio al Diesel nel 2020.

Stop al Diesel e non solo

Considerando il caso specifico del Nord Italia, una delle aree più inquinate del Paese, è il caso di ricordare la recente introduzione di misure di limitazione permanente del traffico, che hanno coinvolto zone del Piemonte, della Lombardia, del Veneto e dell’Emilia Romagna. Si tratta, nello specifico, di misure più severe rispetto a quelle messe in atto nell’inverno 2018.

Dal 2019, infatti, vale il divieto di circolazione nei giorni feriali per i veicoli Diesel Euro 3. Il suddetto divieto coinvolge anche i mezzi benzina Euro 0, Diesel Euro 0, Diesel Euro 1, Diesel Euro 2. Inoltre, il divieto vale a prescindere dai livelli di inquinamento.

Cosa succederà con le nuove norme RDE

Fondamentale è però soffermarsi sulle nuove norme RDE che, come già ricordato, decreteranno l’addio al Diesel il prossimo anno. Le norme Real Driving Emission si concentrano in particolare sulla prevenzione dei danni da particolato, una delle sostanze più dannose sia per l’ambiente, sia per la salute umana.

Le normative tengono conto anche dell’importanza di misurare le emissioni. Ai fini di ottenere dati realistici, è stato deciso di misurare le emissioni anche in condizioni reali di guida. Le modalità previste riguardano l’installazione di particolari strumentazioni installate a bordo dei singoli veicoli.

Cosa sapere sugli standard WLTP

Anche le misure di NOx verranno prese su strada. Fondamentale è ricordare che non potranno superare di 2,1 volte quelle certificate in laboratorio per l’ottenimento dell’omologazione Euro 6. Entro il mese di gennaio 2020, questo valore sarà interessato da un’ulteriore riduzione.

Essenziale è specificare che, accanto alle norme RDE, verranno concretamente applicati anche gli standard WLTP (Worldwide-harmonized Light vehicle Test Procedure). Il loro scopo è quello di arrivare a un avvicinamento tra i risultati dei test eseguiti in laboratorio e quelli effettuati su strada.

In tal modo, è possibile avere dei rilievi estremamente efficaci sulle emissioni. Il fine ultimo è chiaramente quello di ottenere dati il più possibile veritieri sulle emissioni.

Il futuro del diesel

Le sorti del diesel hanno iniziato ad essere scritte seriamente nel 2015. Non si tratta di un anno casuale, ma di quello che ha visto l’esplosione dello scandalo Diesel Gate negli USA. L’EPA, ossia l’agenzia americana per la protezione dell’ambiente, è venuta a conoscenza della presenza, su alcuni veicoli Volkswagen, di un software in grado di alterare i dati sulle emissioni di NOx.

I dispositivi in questione hanno permesso alle vetture del gruppo tedesco di superare in maniera estremamente agevole i test sulle emissioni. In condizioni normali, il limite consentito dalla legge sarebbe stato superato di 40 volte.

Lo scandalo in questione ha letteralmente infiammato il fronte del no al diesel. Città del calibro di Parigi hanno non a caso annunciato la sua abolizione entro l’anno 2020. Altre città, come per esempio Atene, vieteranno la circolazione di veicoli a diesel dal 2025 in poi.

diesel vietato 2020

L’ultimo colpo di grazia ai veicoli in questione è arrivato proprio dalla patria di Volkswagen, ossia la Germania. Il tribunale di Lipsia, con una sentenza ufficiale, ha decretato il divieto di circolazione delle auto a diesel nei centri urbani, con il fine ultimo di ridurre il tasso di inquinamento. Alle singole città è stato lasciato campo libero per quanto riguarda i tempi di adozione della suddetta norma.

Nonostante queste normative contro il diesel, il mercato non sembra risentire più di tanto, almeno in Italia. Nel solo 2017, nel nostro Paese sono cresciute del 3,8% le immatricolazioni di nuove auto diesel, anche grazie a incentivi da parte dei costruttori.

Come si muoveranno questi ultimi? Alcuni, come Toyota, hanno adottato la linea dell’immediata sospensione della vendita delle vetture a diesel in Italia. Diversa è la posizione di case automobilistiche come Mercedes, che hanno promesso degli investimenti incentrati sull’implementazione delle tecnologie relative alla mobilità elettrica.

Ovviamente c’è chi continua a optare per l‘acquisto di auto a diesel. In casi del genere, è bene fare una scelta equilibrata, considerando non solo la guida brillante, ma anche le politiche relative al contenimento delle emissioni.